giovedì, dicembre 08, 2016

10.00 oche delle nevi tradite dai veleni dell'uomo


Mi è capitata sotto gli occhi questa notizia riportata dal Sole24 ore, e ne sono rimasta sconcertata, incredula,e infuriata,  non solo per le povere oche (si parla di ben 10.00 oche avvelenate dalle acque tossiche di una miniera), ma perché quei veleni giacciono lì a cielo aperto da oltre 20 anni.
E probabilmente rimarranno ancora lì per altri lustri fino a quando le vittime non saranno "solo" 10.000 oche candide

Migliaia di oche delle nevi, che migravano verso il sud, sono morte la scorsa settimana in Montana (Usa) perchè, cercando rifugio a una tempesta di neve, si sono poggiate sulle acque acide, cariche di metalli tossici, di una vecchia miniera abbandonata a cielo aperto. Ancora non c’è il bilancio esatto, ma le immagini scattate dall’alto con droni, telescopi e aerei (la zona lacustre non è accessibile) sono agghiaccianti.  Testimoni hanno parlato di una zona “grande 700 acri, 280 ettari, coperta di uccelli bianchi” e le prime stime parlano di 10mila uccelli morti. E’ successo la scorsa settimana. Gli uccelli hanno cominciato l’atterraggio nei pressi delle acque della vecchia miniera il 28 novembre. La compagnia mineraria Montana Resources, responsabile insieme ad Atlantic Richfield Co., della Berkeley Pit a Butte, dal 1995 lavora a un programma di protezione ambientale che, attraverso forti rumori e riflettori, scoraggia gli stormi di uccelli dal posarsi nella zona avvelenata.  Il programma risale al 1995 quando 342 oche morirono nella pozza. Non è chiaro che cosa non abbia funzionato stavolta. Secondo la compagnia mineraria, quella notte le zone di sosta abituali degli uccelli erano in gran parte gelate e dunque lo stormo si è probabilmente trovato nella necessità di cercare rifugio proprio a Berkeley Pit. L’agenzia di protezione ambientale federale chiarirà ed eventualmente multerà Montana Resources se si accerterà che la compagnia mineraria non ha adottato tutte le misure necessarie per evitare che gli uccelli si posassero a terra nella pozza avvelenata. (Agi)

E per darvi un'idea di cosa sia una stormo di oche delle nevi che migra, guardate qua:

 Le oche delle nevi in inverno migrano a sud, volando all'interno di enormi stormi starnazzanti che sembrano formare in cielo la lettera "U”, o che sembrano, semplicemente, una grande "bufera" di uccelli bianchi come in questa foto
. 
Pensate a 10.000 oche come questa che galleggiano nel lago avvelenato, o che giacciono riverse sulle sponde.
Si tratta di animali belli grandi, con un'apertura alare di 160 cm e un peso che può arrivare ai 3 kg.


Si accoppiano con lo stesso partner per tutta la vita e producono, ogni anno, dalle due alle sei uova in un nido umido e leggermente rialzato dal suolo.
Già 24 ore dopo la nascita, i pulcini sono in grado di nuotare e mangiare da soli, ma le famiglie restano insieme fino al primo inverno del piccolo.
Le famiglie si possono identificare come gruppi durante tutte e due le migrazioni (a meridione e a settentrione).
Queste sono le loro rotte migratorie.



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