sabato, gennaio 22, 2011

Finiti in padella decine di oche e germani



Quando vado all'estero rimango sempre sorpresa dal fatto che molti animali nei parchi non abbiamo timore dell'uomo, ma anzi si avvicinino fiduciosi a noi bipedi.
Qui da noi invece mi tocca leggere titoli come questo:

Allarme al parco Ferrari: sono finite in padella decine di oche e germani

Il parco Ferrari è a Modena.
L'articolo di Stefano Totaro sulla Gazzetta di Modena è di due giorni fa e mi ha fatto arrabbiare, non solo perché si tratta di papere, ma soprattutto perché si tratta di "furberia", di inciviltà. Stento a credere che i ladri di anatre e oche avessero fame, immagino che invece si sentano molto furbi perché hanno mangiato gratis.
Oppure... mi viene in mente un altro articolo di pochi giorni fa sul Corriere della Sera, dove si parlava di una coppia di cinesi che macellava clandestinamente e in maniera non solo incivile, ma anche priva ogni elementare misura di igiene, animali che poi rivendeva ai ristoranti dei connazionali. La coppia era in Lombardia, ma non credo che fosse un caso isolato di macelleria clandestina, rispettare la legge genera costi, aggirarla consente di guadagnare più facilmente a scapito degli onesti e dei clienti di certi ristoranti!
Qualcuno ha detto che a pensar male si fa peccato, ma si indovina.
Le anatre e le oche sparite (e spennate sul luogo) sono circa un'ottantina.
Ecco l'articolo ripreso dalla Gazzetta di Modena:
Ormai li hanno mangiati tutti. La prima a scomparire fu un'oca. Ma forse per il fatto che si trattava di una "oca muta", se ne andò in sordina, lasciando poco clamore dietro di sè. Il vuoto che aveva a lasciato nel laghetto del parco Ferrari era stato presto reso invisibile dalla squadra dei cento. Cento germani, più o meno reali, che sfilavano con le loro piume dai colori autunnali per essere ammirati dai bambini, dalle famiglie che scelgono l'area verde per un po' di stacco dalla città. E tra i cento germani anche un paio di oche bianche, a fare da alfieri della fauna pinnata, inqulina della zona umida del parco. Questa foto di gruppo era stata scattata a settembre. Ora, piano piano, questi inquilini se li sono mangiati tutti. «Le oche non ci sono più, i germani si sono ridotti ad una ventina di esemplari - raccontano gli assidui frequebntatori della zona, quelli che alla mattina presto "devono" percorrere il parco guidati dalle esigenze dei loro cani o cagnetti - e non è una impressione. Sappiamo contare e ci vediamo bene, Non ci sono state migrazioni, alcuni di noi hanno visto più volte delle persone allontanarsi con degli esemplari sottobraccio». Una impressione, un semplice sospetto? No, a testimoniare il prelievo effettuato le piume lasciate a bordo laghetto. «Chi ruba i germani li cattura e poi li spenna subito, gettando le piume nel parco - dicono i frequentatori - per meglio nascondere gli animali sotto al giaccone e forse pure per spacciarli per animali comperati in caso di ciontroli. Ma dopo tutte le "apparizioni" dei fuggitivi, ecco che si trovano i mucchi di piume. E poi insomma, basta contare i superstiti. L'evidenza parla da sola». In sostanza, mentre il Palazzo si occupa del ping pong sulla diatriba piscina sì-piscina no e su come offire alla città un servizio nuovo e fruibile nell'area verde, c'è chi fa di necessità virtù, andando già al parco Ferrari e godendo da qualche mese di un "servizio fruibile", il laghetto-dispensa. Profondi segnali di crisi, povertà di altri tempi? In ogni caso, che il parco sia malfrequentato, si sa da tempo. I frequentatori ed i residenti si sono dati da fare, la circoscrizione è stata interessata al fenomeno e i controlli, da parte delle guardie ecologiche ci sono così come non mancano quelli dei volontari. Ma i predatori, si sa, sono astuti e studiano bene come agire: se decidono di fare razzia lo fanno di notte o alla mattina presto, prima delle 7.30, quando il parco inizia ad animarsi di umani. L'augurio dei tanti amanti degli animali e del bel laghetto con i germani, è che almeno il pasto rubato, al ladro che lo consuma, possa andare di traverso, portargli qualche malessere o strana malattia. Ma, dicono gli esperti del servizio di veterinaria - igiene pubblica, è difficile possa accadere: una buona cottura tiene alla larga ogni pericolo. E d'altra parte, l'ambiente in cui vivono questi animali è pulito.

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