Colori IV
1 giorno fa
«Sa le anitre che stanno in quello stagno vicino a Central Park South? Quel laghetto? Mi saprebbe dire per caso dove vanno le anitre quando il lago gela? Lo sa, per caso?»
si è spremuta le meningi NonnaPapera 0 hanno detto la loro
argomenti: le papere e la cronaca, vita privata delle papere
Se vi state chiedendo dove avete già sentito il titolo di questo post... è una poesia del Leopardi.
Se anche voi siete solleticati, e non avete requie finché non ve la ricordate tutta, si Intitola Passero solitario. Delle anatre marzaiole trovate alla fine della poesia.
Eccola:
Arrivato in questi giorni alla foce del fiume Entella, uno stormo di anatre marzaiole indica l’arrivo dei primi uccelli migratori.(l'articolo è tratto da il levante.it)
La Marzaiola prende il nome da marzo, il mese in cui arriva in Italia, compiendo una caratteristica rotta di migrazione circolare: è infatti in primavera che risale sorvolando prima il deserto del Sahara e successivamente il Mediterraneo centrale, i Balcani e l’Italia – dove nidifica soprattutto in Pianura Padana – fino all’Europa centrale. Acquattata in acque poco profonde e a ridosso della vegetazione palustre, la si può osservare mentre spicca il volo, verticale e repentino: improvvisamente può abbassarsi a pelo d’acqua per poi risalire velocemente, caratteristica propria delle anatre di superficie, quelle, cioè, che immergono solamente la testa per nutrirsi ed evitano di andare sott’acqua completamente.
Grande amante dei cieli, la Marzaiola durante la migrazione forma stormi di grandi dimensioni in formazione a nuvola, che si muovono compatti e coordinati. Lunga circa 40 centimetri, il maschio in abito nuziale presenta il corpo finemente screziato di bianco e la caratteristica macchia a forma di mezzaluna che va dall’occhio alla nuca. Un’ampia macchia bianca delle ali, il cosiddetto ‘specchio alare’, viene messo in bella mostra durante le parate nuziali. Altri comportamenti di corteggiamento vedono varie posture, con i maschi che, anche in più esemplari, girano attorno alla femmina, sollevando il peto gonfio o rovesciano il capo sul dorso con il becco all’indietro. Il nido viene costruito sul terreno tra l’erba alta o nei canneti in prossimità dell’acqua e imbottito di fili d’erba e di piume che la femmina si strappa dal petto; vengono deposte 8-12 uova che la femmina cova, mentre il maschio la protegge. Quando, infatti, la femmina si allontana dal nido per nutrirsi o lavarsi, il maschio la accompagna, allontanando altri maschi, così come sono stati osservati comportamenti da sentinella quando la femmina è alla cova nel nido, anche con azioni di distrazione nei confronti dei predatori.
Come tutti gli anatidi, anche questa specie si nutre prevalentemente di vegetali, integrando la dieta anche con piccoli animali acquatici, come insetti, larve, girini, avannotti. Piuttosto pigra, trascorre la giornata riposando e dormendo, mentre è nelle ore del crepuscolo che si attiva per la ricerca del cibo. Dal punto di vista ecologico, la specie gode di uno stato di salute negativo. Tra i fattori che la minacciano c’è il degrado degli ambienti naturali e l’aumento dell’aridità, la distruzione dei nidi con lo sfalcio dell’erba e soprattutto l’apertura anticipata della caccia all’inizio di settembre che causa l’abbattimento di individui che si sono riprodotti in loco, limitando la colonizzazione naturale. Una frequente causa di morte è inoltre dovuta all’avvelenamento da pallini da caccia, ingeriti inavvertitamente dall’animale quando mangia.
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