Le oche del campidoglio: dalla pietra alle piume
Un giorno ricevo un'email da una sconosciuta (è il bello di tenere un blog) che mi chiede gentile, ma perentoria, notizie di un bassorilievo con le oche che ho pubblicato nel post sulle oche del Campidoglio.
Mi rendo così conto con mio disappunto di quanto io sia stata superficiale. Mi sarebbe piaciuto rispondere alla domanda, ma mi ero limitata a prendere un immagine che era attinente al mio testo senza chiedermi che cosa fosse.
Cinque mesi dopo arriva la risposta dalla stessa Antonella che nel frattempo si era trasformata in segugio alla caccia delle oche. Ha smosso tutte le sovrintendenze di Roma, ma alla fine ha scoperto dove fosse custodito il bassorilievo.
Il bassorilievo è nel museo di Ostia Antica.
Come mai tanto interesse per le oche di pietra?
Il mistero è stato svelato:
Questa oca di carne che nasce dalle oche centenarie di pietra è l'immagine della nuova campagna di Italia Nostra.
Trovo questa immagine stupenda. Brava Antonella!
e non è tutto.
Nel corso del nostro carteggio (non c'è carta, ma mi piace la parola), Antonella mi rivelò di essere Nonnapapera anche lei, la foto qui sotto lo testimonia.
Il post finisce qui. Per ora.
Perché sui piumini da cipria della foto qui sopra c'è invece moooolto da raccontare.
Non perdetevi la prossima puntata!
A mio avviso vorrei correggere un piccolo errore, le oche del campidoglio spesso e volentieri vengono raffigurate bianche, anche poeti e filosofi romani come Lucrezio scrivono che le oche del campidoglio erano bianche, mentre Virgilio evidentemente rivolgendosi alla razza Oca Grigia Padovana, narra oche con il manto argentato, il prof. Alessandro Ghigi riteneva che tutte le oche bianche con una grande produzione di uova dovevano chiamrsi Oche Romane in ricordo alle oche del Campidoglio, quindi, a quanto pare, le oche del canada come quella aggiunta in foto è errata.
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