martedì, gennaio 07, 2020

SULLE ALI DELL'AVVENTURA

 sempre sul papà delle oche:

 Il lungometraggio avventuroso per ragazzi è un racconto romanzato (tratto dal libro SULLE ALI DELL'AVVENTURA) sulle vicende estive di un adolescente quattordicenne e del padre. Storia vera dell'ornitologo Christian Moullec, soprannominato "birdman" (l'uomo uccello), per aver dedicato la sua vita ad allevare e addestrare oche orfane, volando con loro. Le ali dell'avventura sono le sue (con un aeromobile ultraleggero da imprinting...) e dello spettatore grazie alle migrazioni continentali (riprese artiche e in Francia curate dallo stesso MOULLEC) degli stormi di oche selvatiche. Un film ecologista sulla conservazione dell'ambiente per la tematica legata ai prodotti chimici e alle minacce di sopravvivenza di specie e soggetti a rischio subite dai migratori in Europa (430 mln di volatili persi in 3 anni). Il regista è Nicolas Vanier autore del docu-film IL GRANDE NORD narrato da un cacciatore delle Montagne Rocciose e del famoso BELLE & SEBASTIEN ambientato sui Pirenei. I grandi temi odierni sul crollo della biodiversità nel mondo ci sono tutti conditi con la SPERANZA che è di ognuno.

lunedì, gennaio 06, 2020

Christian Moullec, il papà delle oche



Può sembrare la marchetta a un film e a un libro di prossima uscita in Italia, ma siccome si parla di oche, anatre e affini si merita la mia e la vostra attenzione:

Dal 1999, l'ornitologo Christian Moullec, soprannominato "birdman", dedica la sua vita ad allevare e salvare esemplari di oche, rimaste orfane, appartenenti a specie rare che rischiano di estinguersi. Diventandone di fatto la figura 'paterna', le guida anche in volo, a bordo di un deltaplano a motore, attraverso l'Europa (che solo negli ultimi 30 anni ha perso 430 milioni di uccelli), per mostrare agli stormi le rotte di migrazione più sicure per la nidificazione.
Una straordinaria storia vera, già raccontata dalla stampa di tutto il mondo e in un documentario, che ora approda anche al cinema di fiction, con Nicolas Vanier, un regista e scrittore da sempre appassionato difensore della natura, capace di declinare spesso il tema in film di grandissimo successo come Belle e Sebastien (2013). Una ricetta riuscita anche con Sulle ali dell'avventura, che dopo essere stato visto oltralpe da oltre un milione di spettatori, arriva in Italia dal 9 gennaio con Lucky Red.
Nella sua rilettura, il cineasta, che ha dedicato alla storia anche un romanzo, dallo stesso titolo, edito in Italia da Sperling & Kupfer, e in arrivo nelle librerie il 14 gennaio, mantiene intatto il ritratto della personalità e della missione di Moullec, che ha collaborato alla sceneggiatura e ha seguito le riprese dalla Francia all'Artico, curando in prima persona quelle in volo con le oche. Il racconto si apre a un pubblico ampio diventando un adventure movie per tutta la famiglia, capace di appassionare e commuovere. E' basato sul rapporto fra un padre e un figlio, la bellezza delle scene nella natura ma anche sul realismo, con tanto di utilizzo di oche vere e non ricreate digitalmente. Tra le carte vincenti del film c'è anche aver affidato il ruolo del protagonista a un interprete versatile come Jean-Paul Rouve, popolarissimo in Francia grazie alla saga comica dei Les Tuche (che in Italia ha ispirato le commedie di Fausto Brizzi, Poveri ma ricchi e Poveri ma ricchissimi), perfettamente a suo agio anche su toni più seri.
"Non ho la pretesa di cambiare il mondo con un film - ha spiegato Vanier - ma agisco utilizzando i mezzi che mi appartengono: la meraviglia può provocare l'emozione. E dall'emozione può arrivare la voglia di fare qualcosa. In questo film evoco la tragica scomparsa di tante specie di uccelli e attraverso questo il crollo della biodiversità nel mondo. Nello stesso tempo c'è il messaggio di speranza di quest'uomo che utilizza il suo cuore e la sua energia per essere al servizio della natura".  

domenica, gennaio 05, 2020

Aquila vs anatre gennaio 2020


Prima del filmato che tengo a mostrare a voi, appassionati di papere, purtroppo c'è una inevitabile pubblicità di cui non sono responsabile.
Portate pazienza perché il video vale la pena di essere visto.
Siamo a Lakewood, Colorado, Stati Uniti. E' inverno, l'aquila è in cerca di cibo, ha adocchiato un piccolo gruppetto di anatre. Guardate la strategia dell'aquila e la contro strategia delle anatre.

domenica, luglio 01, 2018

The Great Drake Park Duck Race

In Oregon a settembre si tiene la locale Duck Race.



Ma qui le paperine sono multicolori. Peccato, trovo molto più di impatto la marea gialla di sorridenti paperelle


È tutto per beneficenza! 2018 Duck Race
La gara Rotary Duck del Great Drake Park del 2018 è prevista per domenica 9 settembre a partire dalle 11:00 al Drake Park grazie ai nostri sponsor "Credit Unions Working Together": Mid Oregon Credit Union, First Community Credit Union, OnPoint, Oregonians Credit Union e SELCO.
I biglietti saranno in vendita il 4 luglio 2018
The Duck Race è una raccolta fondi annuale in corso organizzata da tutti e quattro i Rotary club dell'area Bend. Dal 1989, la corsaha generato oltre un milione di dollari per gli enti di beneficenza dell'Oregon centrale, tutti a sostegno di bambini e famiglie bisognose.
Porta tutta la famiglia e divertiti nel giorno della gara per cibo, musica dal vivo e feste, oltre a salti, giochi e premi per i bambini!

giovedì, maggio 24, 2018

D.C. Duck Race 2018


E sempre a proposito delle Duckrace il 26 maggio tra le 11 e le 15 (le paperine se la prendono comoda!) ha luogo la corsa delle papere gialle nel fiume Anacostia di Washington, D.C.’
Se volete saperne di più andate qui

mercoledì, maggio 23, 2018

La Rubber Duck Race dei Simpson

Primavera, si scatenano le Rubber Duck Race, specialmente nei paesi anglosassoni
godetevi la  corsa delle papere dei Simpson
non avete idea di cosa sia una Rubber duck race?qui trovate una spiegazione e qui trovate i miei precedenti post sulle rubber duck race

Parma: si tinge di giallo la tragica fine dell'oca Molly e delle sue 12 uova

Parma: Un’altra oca è stata trovata morta nel laghetto del Parco Ducale. Trovata con la schiena scarnificata tanto da farne vedere le ossa, e la faccia insanguinata, piena di mosche e formiche. E delle sue 12 uova ne restava solo una, con i resti dei gusci di altre due. A scoprire il cadavere è stata la volontaria animalista Francesca Masia che quotidianamente si occupa di questi animali e che rientrava dopo due giorni per rifornire di cibo l’isolotto.
Uccisione o morte naturale che ha visto poi il corpo depredato da corvi o rapaci? Al momento resta un giallo, come restano misteriose le morti di altri tre esemplari che vivono in quel laghetto tenebroso, dal fascino gotico e romantico, voluto seguendo le mode inglesi dalla duchessa Maria Luigia.
Chi ha ucciso Molly, l’oca bianca del Campidoglio che viveva lì da 4 anni? 
Secondo Francesca Masia, la volontaria che quotidianamente si occupa di accudire queste oche e cigni, le dinamiche della morte potrebbero risalire a diverse piste. Se in cuor nostro tutti vorremmo che fosse stato un corvo, un altro predatore, o un falco, come quello che vive nella chiesa di San Giovanni, che poi ha trasportato nel suo nido le uova della povera Molly, ci si potrebbe invece trovare davanti anche a una “rapina”. “Ci sono state infatti – spiega Francesca – 3 o 4 uomini che sono venuti a chiedermi se potevano prendere le uova per mangiarle, trovandosi con famiglia e figli e in forti ristrettezze economiche. Risposi che non erano animali da allevamento e che il consumo delle uova poteva non essere commestibile” ma forse la disperazione poi ha avuto la meglio e quella dozzina di uova ingolosivano troppo. Non necessariamente una morte violenta però, le oche infatti sono facilmente soggette a infarto se in situazione di forte stress o spavento; o dolore, per la perdita delle proprie uova. Altrettanto preoccupante è anche lo scenario che vedrebbe un abitudinario frequentatore del parco, spesso trovato sotto effetto di alcool, che in più occasioni avrebbe minacciato di far del male alle oche per dispetto nei confronti della volontaria. Nessuna accusa concreta, chiarische Francesca, solo un pensiero che non poteva che balenare in testa.
Come spiega ancora la volontaria- ormai riconosciuta e autorizzata dal Comune di Parma per accudire questi animali e a cui è stato anche assegnato un piccolo magazzino per tenere cibo e attrezzature necessarie – “si è creato, in questi 5 anni da quando mi occupo degli animali del laghetto, un equilibrio tra tutti gli animali. Quando è il periodo di cova sposto le uova in mezzo all’isolotto e nessun altro animale a parte la madre si avvicina. Trovo molto strano quindi quello che è successo”.
L’anno scorso, a settembre, era stata trovata morta invece Duchessa, l’oca cignata. Anche lei per un trauma violento, andata probabilmente a sbattere contro il muretto della vasca mentre tentava di scappare, forse da qualcuno che voleva accarezzarla o addirittura prenderla. E’ un ipotesi che trova dei fondamenti conoscendo i comportamenti e le reazioni di questi esemplari, schivi all’umano, aggressivi anche se si sentono minacciati, ma fondamentalmente pacifici e che riescono ad instaurare legami affettivi molto profondi con gli altri, tanto da farle morire di dispiacere per la morte della compagna. Poco dopo Duchessa anche Romeo è morto con un brutto occhio tumefatto. E’ seguita la morte di Nana, l’anatra colorata, a novembre, e ora Milly. Ma nel passato si ricordano altre morti violente, come quella del cigno Pippo, trovato con un enorme amo da pesca in gola, un amo non usato generalmente dai pescatori che fa temere così che l’obiettivo della violenza fosse proprio il povero cigno.
Ora nel laghetto restano Miolò, oca del Campidoglio, e Coccinella, oca de Nilo; l’anatra Sumira e Tosca, l’oca egiziana arrivata a Pasqua, non si sa come o portata da chi. Essendo animali socievoli, e trovandosi due vedove tra le oche, è intenzione delle associazioni ambientaliste e di Francesca cercare di trovare qualcuno che possa donare altri esemplari per ravvivare questo lago, diventato uno dei pochi angoli naturali del centro dove si possono ammirare ancora gli animali liberi e che, anche se non nel loro habitat naturale, (anche se nella storia il laghetto è sempre stato popolato dai cigni) vengono curati e accuditi e possono vivere una vita dignitosa. Anche gli animali costituiscono il patrimonio di una città, il loro benessere è decoro e gioia agli occhi. Se non fosse per le persone incivili e violente, che vogliono guastare l’immagine di Parma, di una città e dei suoi cittadini.
Altro problema restano le tartarughe, spesso abbandonate nei laghetti cittadini e anche qui. Quando le persone se ne sbarazzano dopo che sono diventate troppo grandi, ignorando come la tartaruga instauri un legame affettivo coi padroni e con la sua “casa”, questi animali si trovano a dover vivere principalmente di quello che i cittadini lanciano in acqua per carità, spesso però viene dato loro il pane, che se ingerito da questi carapaci, provoca una disfunzione dei reni con la precoce e dolorosa morte. Per le tartarughe infatti, essendo carnivore, sarebbe meglio portare quindi alimenti come crocchette per cani e gatti o pezzi di prosciutto e salumi.

martedì, aprile 17, 2018

Mamma papera e i paperini a spasso per Roma

Da un po' di tempo i quotidiani, quelli che una volta erano autorevoli e stipendiavano veri giornalisti, pescano a man bassa da youtube, faceboock, instagram e compagnia bella, per riempire gratis ile loro pagine online.
E così anche io uso il loro materiale senza troppe remore.
Inoltre,  visto che per vedere un filmato fatto da due simpatiche ragazze romane devo pure sorbirmi qua la loro pubblicità, non citerò neppure la testata nazionale che ha copiato questo filmato dal faceboock di una delle due ragazze.
Purtroppo non era citato il nome dell'autrice che rimane ignoto.
Allora, finiti i preamboli di che si tratta?
Mamma papera e i suoi velocissimi paperini a spasso su un marciapiede romano. Perché siano lontane dall'acqua e dai prati  e come siano finite a fare le pedone non si saprà mai!



lunedì, marzo 19, 2018

dove vanno le anatre di Central Park?

«Sa le anitre che stanno in quello stagno vicino a Central Park South? Quel laghetto? Mi saprebbe dire per caso dove vanno le anitre quando il lago gela? Lo sa, per caso?»


lunedì, marzo 12, 2018

Primavera d'intorno brilla nell'aria e per li campi esulta sì che a mirarla intenerisce il core

Se vi state chiedendo dove avete già sentito il titolo di questo post... è una poesia del Leopardi.
Se anche voi siete solleticati, e non avete requie finché non ve la ricordate tutta, si Intitola Passero solitario. Delle anatre marzaiole trovate alla fine della poesia.
Eccola:

D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede la sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra
. Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno, 
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.

Tu solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni nostra vaghezza
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? Che di me stesso?
Ahi pentiromi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.

La primavera è nell'aria, lo sanno bene gli uccelli migratori, a testimonianza ecco che in Liguria, nei pressi di Lavagna, si segnala l'arrivo di un piccolo stormo di anatre.
Arrivato in questi giorni alla foce del fiume Entella, uno stormo di anatre marzaiole indica l’arrivo dei primi uccelli migratori.
La Marzaiola prende il nome da marzo, il mese in cui arriva in Italia, compiendo una caratteristica rotta di migrazione circolare: è infatti in primavera che risale sorvolando prima il deserto del Sahara e successivamente il Mediterraneo centrale, i Balcani e l’Italia – dove nidifica soprattutto in Pianura Padana – fino all’Europa centrale. Acquattata in acque poco profonde e a ridosso della vegetazione palustre, la si può osservare mentre spicca il volo, verticale e repentino: improvvisamente può abbassarsi a pelo d’acqua per poi risalire velocemente, caratteristica propria delle anatre di superficie, quelle, cioè, che immergono solamente la testa per nutrirsi ed evitano di andare sott’acqua completamente.
Grande amante dei cieli, la Marzaiola durante la migrazione forma stormi di grandi dimensioni in formazione a nuvola, che si muovono compatti e coordinati. Lunga circa 40 centimetri, il maschio in abito nuziale presenta il corpo finemente screziato di bianco e la caratteristica macchia a forma di mezzaluna che va dall’occhio alla nuca. Un’ampia macchia bianca delle ali, il cosiddetto ‘specchio alare’, viene messo in bella mostra durante le parate nuziali. Altri comportamenti di corteggiamento vedono varie posture, con i maschi che, anche in più esemplari, girano attorno alla femmina, sollevando il peto gonfio o rovesciano il capo sul dorso con il becco all’indietro. Il nido viene costruito sul terreno tra l’erba alta o nei canneti in prossimità dell’acqua e imbottito di fili d’erba e di piume che la femmina si strappa dal petto; vengono deposte 8-12 uova che la femmina cova, mentre il maschio la protegge. Quando, infatti, la femmina si allontana dal nido per nutrirsi o lavarsi, il maschio la accompagna, allontanando altri maschi, così come sono stati osservati comportamenti da sentinella quando la femmina è alla cova nel nido, anche con azioni di distrazione nei confronti dei predatori.
Come tutti gli anatidi, anche questa specie si nutre prevalentemente di vegetali, integrando la dieta anche con piccoli animali acquatici, come insetti, larve, girini, avannotti. Piuttosto pigra, trascorre la giornata riposando e dormendo, mentre è nelle ore del crepuscolo che si attiva per la ricerca del cibo. Dal punto di vista ecologico, la specie gode di uno stato di salute negativo. Tra i fattori che la minacciano c’è il degrado degli ambienti naturali e l’aumento dell’aridità, la distruzione dei nidi con lo sfalcio dell’erba e soprattutto l’apertura anticipata della caccia all’inizio di settembre che causa l’abbattimento di individui che si sono riprodotti in loco, limitando la colonizzazione naturale. Una frequente causa di morte è inoltre dovuta all’avvelenamento da pallini da caccia, ingeriti inavvertitamente dall’animale quando mangia.
(l'articolo è tratto da il levante.it)

vi state chiedendo se l'avete mai vista, l'anatra marzaiola?
ecco il maschio



ed ecco la femmina


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