domenica, gennaio 30, 2011

le Peabody Ducks escono dalla fontana

ed ecco le papere della Peabody Ducks march che escono dalla fontana del Peabody hotel di Orlando (Florida- USA)



La fontana vi sembra diversa da quella del post di ierilaltro? Per forza, eravamo nel Peabody hotel di Memphis, nel Tennessee!
Le anatre che prendono l'ascensore sono proprio buffe.

sabato, gennaio 29, 2011

La vita segreta delle Peabody Ducks

"Se non ci vedete qui è perché stiamo lavorando nella hall"
Questa scritta campeggia sul Ducks Palace in cima al tetto del Pabody Hotel di Memphis.
Questo filmato realizzato per Animal Planet TV mostra la vita delle papere più famose di Memphis non solo al lavoro nella hall, ma anche nel loro tempo ... libero.
Vi prego di notare la fontana interna del Duck Palace , in particolare la scultura da cui esce l'acqua.
Maggiori notizie sulle Peabody Ducks nel mio primo post della serie

venerdì, gennaio 28, 2011

The Peabody Ducks march

Se il post di ieri vi ha incuriosito allora non potete perdervi questo filmato che mostra la marcia delle anatre Peabody



ieri pensavo che tre mesi fossero pochi, oggi, dopo aver visto la ressa di persone, la gragnuola di flash, l'esiguità dell'acqua credo che siano fin troppi per le 5 papere!

giovedì, gennaio 27, 2011

The Peabody Ducks

Memphis, nel Tennessee (Usa) è famosa mel mondo come la "città del Blues", è nota per il museo del Rock, per la fabbrica delle chitarre Gibson ... ma è famosa anche per il
Peabody Hotel.




Il Peabody è un hotel storico, è stato creato nel 1869 da Robert Brinkley, un magnate deciso a costruire l'albergo più lussuoso di tutti gli stati del sud. Inizialmente doveva chiamarsi The Brinkley House Hotel, ma fu invece scelto il nome di The Peabody Hotel in omaggio al filantropo George Peabody (grande amico di Brinkley) prematuramente scomparso a Londra.

Perché ne parlo qui? Ma perché c'è una interessante storia di papere!

A partire dal 1933 questo albergo diventa celebre per le Duck Peabody, che non sono delle oche giulive con i tacchi a spillo, ma sono delle anatre in penne e becco.
Da quasi 80 anni ogni giorno c'è il rito delle anatre sul red carpet: le pennute sfilano sul tappeto rosso mentre si recano a sguazzare nella fontana di marmo italiano situata nella lussuosa hall dell'hotel.


Vigila amorevole su di loro il Duckmaster Sensat Jason, che ha il compito di accompagnarle e anche quello di ripulire eventuali ... ricordini lasciati in giro dalle anatre.


Le anatre del Peabody son diventate così famose da essere nel logo dell'hotel del quale sono di fatto la più celebre attrazione.

Alcuni personaggi famosi hanno voluto ricoprire infatti il ruolo di Duckmaster onorario, tra questi: Patrick Swayze, Oprah Winfrey e Gayle King, Florence Henderson, Emeril Lagasse, Joan Collins, Molly Ringwald, Chris Matthews, Paula Deen, Larry King, e Kevin Bacon.
Mentre altre celebrità si son limitate a rendere omaggio alle papere, come:
Lisa Marie Presley, Michael Jordan, Nicholas Cage, Priscilla Presley, Don King,Jimmy Carter, Faith Hill e Tim McGraw, Justin Timberlake e Jeff Bridges.

Inoltre le Ducks Marching Peabody sono apparsi su The Tonight Show di Johnny Carson, Sesame Street , quando Bert ed Ernie celebrano il Rubber Ducky Day, The Oprah Winfrey Show , in People magazine e Sports Illustrated.

Se volete vederle sfilare e sguazzare sappiate che le anatre arrivano alle 11 e se ne vanno alle 17. Insomma hanno un vero e proprio orario di lavoro.
Dove stanno le anatre quando non sono nella hall dell'hotel? Stanno nel Duck Palace sul tetto dell'hotel.
Le Ducks Peabody sono cinque germani reali: un maschio e quattro femmine
Quanto dura la carriera di una Duck Peabody? Le Ducks Peabody sono allevate da un agricoltore locale. Ogni squadra vive in albergo per soli tre mesi, poi le anatre tornano alla fattoria per vivere lì il resto dei loro giorni, come anatre selvatiche.
Quindi nessuna Duck Peabody finisce arrosto. Anzi i ristoranti dell'hotel non hanno in menù l'anatra, né l'hanno mai avuta.

Come nasce questa tradizione di papere nella fontana della hall?

La leggenda delle Ducks Peabody

Nel 1933 Frank Schutt, direttore dell'hotel, e il suo amico Chip Barwick tornano da un week end di caccia in Arkansas. Probabilmente i due amici hanno un po' esagerato con il Jack Daniel's del Tennessee, infatti pensano che sarebbe divertente mettere alcune dei loro richiami nella bella fontana della hall (allora era legale per i cacciatori usare richiami vivi). Così le prime tre anatrine iniziano a sguazzare nella fontana.
La reazione degli ospiti dell'hotel è di entusiasmo, così ben presto vengono reclutati 5 germani reali.
Poi nel 1940, Edward Bellman Pembroke, un ex addestratore di animali da circo, si offrì di guidare le anatre
ogni giorno alla fontana e insegnò loro la famosa marcia Peabody .
Mr. Pembroke così diventa così il primo Duckmaster Peabody della storia, mantenendo il titolo per 50 anni fino al suo pensionamento nel 1991.


Duck March 1940's Edward Pembroke, The Original Duckmaster Duck March 1947

Il Duckmaster originale
Edward Pembroke,
Duck march1947

Duck march 1940



Jason Sensat Duckmaster Sleeve Duckmaster

lunedì, gennaio 24, 2011

le papere di Riolo



Queste belle foto non sono mie, le ho prese dal blog Cronache dal Pollaio di Valverde
Sono state scattate a Riolo
Le oche sono di un candore abbacinante.
Dalle dimensioni della gobba sul becco direi che si tratta di oche adulte, non più giovani.

sabato, gennaio 22, 2011

Finiti in padella decine di oche e germani



Quando vado all'estero rimango sempre sorpresa dal fatto che molti animali nei parchi non abbiamo timore dell'uomo, ma anzi si avvicinino fiduciosi a noi bipedi.
Qui da noi invece mi tocca leggere titoli come questo:

Allarme al parco Ferrari: sono finite in padella decine di oche e germani

Il parco Ferrari è a Modena.
L'articolo di Stefano Totaro sulla Gazzetta di Modena è di due giorni fa e mi ha fatto arrabbiare, non solo perché si tratta di papere, ma soprattutto perché si tratta di "furberia", di inciviltà. Stento a credere che i ladri di anatre e oche avessero fame, immagino che invece si sentano molto furbi perché hanno mangiato gratis.
Oppure... mi viene in mente un altro articolo di pochi giorni fa sul Corriere della Sera, dove si parlava di una coppia di cinesi che macellava clandestinamente e in maniera non solo incivile, ma anche priva ogni elementare misura di igiene, animali che poi rivendeva ai ristoranti dei connazionali. La coppia era in Lombardia, ma non credo che fosse un caso isolato di macelleria clandestina, rispettare la legge genera costi, aggirarla consente di guadagnare più facilmente a scapito degli onesti e dei clienti di certi ristoranti!
Qualcuno ha detto che a pensar male si fa peccato, ma si indovina.
Le anatre e le oche sparite (e spennate sul luogo) sono circa un'ottantina.
Ecco l'articolo ripreso dalla Gazzetta di Modena:
Ormai li hanno mangiati tutti. La prima a scomparire fu un'oca. Ma forse per il fatto che si trattava di una "oca muta", se ne andò in sordina, lasciando poco clamore dietro di sè. Il vuoto che aveva a lasciato nel laghetto del parco Ferrari era stato presto reso invisibile dalla squadra dei cento. Cento germani, più o meno reali, che sfilavano con le loro piume dai colori autunnali per essere ammirati dai bambini, dalle famiglie che scelgono l'area verde per un po' di stacco dalla città. E tra i cento germani anche un paio di oche bianche, a fare da alfieri della fauna pinnata, inqulina della zona umida del parco. Questa foto di gruppo era stata scattata a settembre. Ora, piano piano, questi inquilini se li sono mangiati tutti. «Le oche non ci sono più, i germani si sono ridotti ad una ventina di esemplari - raccontano gli assidui frequebntatori della zona, quelli che alla mattina presto "devono" percorrere il parco guidati dalle esigenze dei loro cani o cagnetti - e non è una impressione. Sappiamo contare e ci vediamo bene, Non ci sono state migrazioni, alcuni di noi hanno visto più volte delle persone allontanarsi con degli esemplari sottobraccio». Una impressione, un semplice sospetto? No, a testimoniare il prelievo effettuato le piume lasciate a bordo laghetto. «Chi ruba i germani li cattura e poi li spenna subito, gettando le piume nel parco - dicono i frequentatori - per meglio nascondere gli animali sotto al giaccone e forse pure per spacciarli per animali comperati in caso di ciontroli. Ma dopo tutte le "apparizioni" dei fuggitivi, ecco che si trovano i mucchi di piume. E poi insomma, basta contare i superstiti. L'evidenza parla da sola». In sostanza, mentre il Palazzo si occupa del ping pong sulla diatriba piscina sì-piscina no e su come offire alla città un servizio nuovo e fruibile nell'area verde, c'è chi fa di necessità virtù, andando già al parco Ferrari e godendo da qualche mese di un "servizio fruibile", il laghetto-dispensa. Profondi segnali di crisi, povertà di altri tempi? In ogni caso, che il parco sia malfrequentato, si sa da tempo. I frequentatori ed i residenti si sono dati da fare, la circoscrizione è stata interessata al fenomeno e i controlli, da parte delle guardie ecologiche ci sono così come non mancano quelli dei volontari. Ma i predatori, si sa, sono astuti e studiano bene come agire: se decidono di fare razzia lo fanno di notte o alla mattina presto, prima delle 7.30, quando il parco inizia ad animarsi di umani. L'augurio dei tanti amanti degli animali e del bel laghetto con i germani, è che almeno il pasto rubato, al ladro che lo consuma, possa andare di traverso, portargli qualche malessere o strana malattia. Ma, dicono gli esperti del servizio di veterinaria - igiene pubblica, è difficile possa accadere: una buona cottura tiene alla larga ogni pericolo. E d'altra parte, l'ambiente in cui vivono questi animali è pulito.

martedì, gennaio 18, 2011

rubber duck, che passione!

girando per la rete mi sono imbattuta in questo filmato che racconta della collezione di rubber duck di Lee Anne Dixon a Roseville, California (USA)





impressionante, vero?
Avete notato la papera che cantava il ballo del qua qua e la targa dell'auto?

venerdì, gennaio 14, 2011

L'ho scampata bella!

Nonostante tutta la simpatia che nutro nei confronti delle papere questa mi sarebbe rimasta molto .... indigesta.
Fortunatamente è rimasta sullo scaffale.
Anche stavolta l'ho scampata bella!

lunedì, gennaio 10, 2011

La Diaccia Botrona: regno delle papere

In Toscana, vicino a Castiglione della Pescaia in provincia di Grosseto, nella Maremma, esiste un'ampia zona umida costiera, regno incontrastato di molte specie animali: la riserva della Diaccia Botrona.
Nome arcaico, bello.

Per chi non è toscano il nome di questa riserva forse significa poco o nulla, ma se andiamo a vedere su un dizionario scopriamo che il botro è un Profondo e scosceso fossato, dove scorre o ristagna l'acqua, mentre l'aggettivo diaccio significa freddo.
Facile adesso interpretare il nome, la Diaccia Botrona non era altro che una fossa di acqua fredda.
[Eh sì, da piccola me lo son sentita dire "non entrare in quel botro!" riferito ad una vasta e profonda pozzanghera di acqua particolarmente fangosa e sporca dove stavo distrattamente entrando.]
Con i suoi 700 ettari la Diaccia Botrona è tra le prime 8 aree umide italiane per numero di anatre ospitate.

Qualche anno fa è stato fatto il censimento degli uccelli acquatici svernanti, il Centro Ornitologico toscano ha monitorato per 15 giorni la Diaccia Botrona. In quell'occasione sono stati individuati 19.000 individui tra anatre e oche, un numero superiore a tutte quelle del resto della Toscana messe assieme. In questa sola riserva sono stati contati 11.032 esemplari di Fischioni, rispetto ai 1.240 del resto della Toscana.
tramonto alla Diaccia Botrona

Per le Oche selvatiche (1.200 individui) è stato censito il valore più alto in assoluto registrato fino ad oggi in Italia.

In Diaccia-Botrona hanno svernato i contingenti più numerosi della regione di :Volpoca, Alzavola, Codone, Fischione, Germano reale, Mestolone, Pivieressa, Gambecchio e Piovanello pancianera.
Volpoca

Alzavola

Germano reale

Codone
Fischioni in volo
Mestolone


Per il Fischione e la Pivieressa è stato raggiunto il valore massimo storico dei censimenti toscani. Non sono mancate specie svernanti rare, inconsuete o particolarmente vistose e spettacolari come il Fenicottero, il Falco pescatore, il Falco di palude, l'Albanella reale, l'Avocetta, la Spatola, la Pittima reale, grandi contingenti, ma anche grande varietà di specie diverse.

Insomma, se siete da quelle parti e amate la natura e ... le papere non potete non andarci a fare un giro!

come raggiungere la Diaccia Botrona


giovedì, gennaio 06, 2011

L'Epifania tutte le feste porta via

Se siete anche voi di quelli che la sera del 6 gennaio hanno fatto piazza pulita, di tutti gli addobbi natalizi... beh, allora questo post fa per voi.
Togliete lo sfondo papernatalizio che vi avevo regalato la vigilia di Natale e sostituitelo con questa chicca paperinesca:
Paperino disegna Paperino.
Osservate i dettagli, le differenze tra il Paperino prima maniera con la penna d'oca (!) in mano e il Paperino attuale con la matita.
Le forme si sono arrotondate, son spariti i bottoni dalla giubba marinaresca, il cappello ha una foggia diversa... il resto scopritelo da soli!
anche in questo caso clickate sull'imagine per scaricarla in fomato 1024x768

mercoledì, gennaio 05, 2011

e Gaspare, Melchiorre e Baldassarre si misero in cammino

Nella tradizione cristiana i tre re Magi erano astrologi e sacerdoti che, secondo il Vangelo di Matteo (2,1-12), seguendo la stella giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù:
« Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella , e siamo venuti per adorarlo". All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

“E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.”

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo". Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono . Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro , incenso e mirra . Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto »
(Vangelo secondo Matteo, II, 1-14)
I nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre ci arrivano non dai Vangeli sinottici (Luca, Giovanni, Marco e Matteo), ma da quelli minori o apocrifi come il Vangelo armeno dell'infanzia.

L'Italia e i Re Magi
In Lombardia e in Piemonte ci sono molte località, insegne di negozi o di alberghi dedicarte ai Tre Re, fateci caso. Come mai? cosa c'entrano queste due regioni con i re magi? E' presto detto:
Nel transetto della basilica romanica di Sant’Eustorgio a Milano si trova la “cappella dei Magi”, in cui è conservato un colossale sarcofago di pietra (vuoto), risalente al tardo Impero Romano: la tomba dei Magi.
Secondo le tradizioni milanesi, la basilica sarebbe stata fatta costruire dal vescovo Eustorgio intorno all’anno 344 per esservi sepolto, dopo la sua morte, vicino ai corpi dei re Magi. Per questo motivo avrebbe fatto giungere i loro resti dalla basilica di Santa Sofia a Costantinopoli (dove erano stati portati alcuni decenni prima da sant'Elena, che li aveva ritrovati durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa). Ovviamente si tratta di una tradizione, non ci sono prove scientifiche. Elena, madre di Costantino trovò di tutto e di più in Terra Santa, e tutto trasportò a Costantinopoli. Solo che questi ritrovamenti avvennero a qualche secolo di distanza, il dubbio su cosa l'entusiasmo facesse vedere alla pia donna è lecito.
Nel 1162 l’imperatore Federico Barbarossa fece distruggere la chiesa di Sant'Eustorgio (come pure gran parte delle mura e degli edifici pubblici di Milano) e si impossessò delle reliquie dei Magi.
Nel 1164 l'arcicancelliere imperiale Rainaldo di Dassel, arcivescovo di Colonia ne sottrasse i corpi e li trasferì, attraverso Lombardia, Piemonte, Borgogna e Renania, fino al duomo della città tedesca, dove ancora oggi sono conservate in un prezioso reliquiario.

Ai milanesi rimase solo la medaglia fatta, sembra, con parte dell'oro donato dai Magi al Signore, che da allora venne esposta il giorno dell'Epifania in Sant'Eustorgio accanto al sarcofago vuoto. Negli anni successivi Milano cercò ripetutamente di riavere le reliquie, invano. Né Ludovico il Moro nel 1494, né Papa Alessandro VI, né Filippo II di Spagna, né Papa Pio IV, né Gregorio XIII, né Federico Borromeo riuscirono a far tornare le spoglie in Italia.
Solo nel ventesimo secolo Milano riuscì ad ottenere una parte di quello che le era stato tolto: il 3 gennaio del 1904, infatti, il cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, fece solennemente ricollocare alcuni frammenti ossei delle spoglie dei Magi (due fibule, una tibia e una vertebra), offerti dall'Arcivescovo di Colonia Fischer, in Sant'Eustorgio. Furono posti in un'urna di bronzo accanto all'antico sacello vuoto con la scritta “Sepulcrum Trium Magorum” (tomba dei tre Magi).

Ancora oggi molti luoghi in Italia, Francia, Svizzera e Germania si fregiano dell'onore di avere ospitato le reliquie durante il tragitto delle spoglie dei Magi da Milano a Colonia e in molte chiese si trovano ancora frammenti lasciati in dono. La testimonianza di questo passaggio si trova anche nelle insegne di alberghi e osterie tuttora esistenti, come «Ai tre Re», «Le tre corone» e «Alla stella».

L'immagine all'inizio è il particolare di un poster che avevo dimenticato di possedere e che per caso mi è capitato tra le mani in questi giorni. L'ho fotografato al volo, la qualità dell'immagine non è gran che, ma il rischio era che sparisse nel dimenticatoio per altri 23 anni.
Il titolo del poster è "Pace in terra dai paperi di buona volontà" la firma è Canard'87


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