sabato, febbraio 27, 2010

Papere in condominio

In Canada quando fa freddo... fa veramente MOLTO freddo.
Ne sanno qualcosa le anatre del Buell's Creek a Brockville, che hanno deciso di piazzarsi tutte qua durante l'inverno. A centinaia stanno stipate nell'angusto corso d'acqua.

Mica sceme le papere, lo spazio non sarà molto, ma gli abitanti del villaggio sono particolarmente disponibili nei confronti delle pennute, e quotidianamente portano loro da mangiare.
Ci sarà mica qualche secondo fine?!?!?

giovedì, febbraio 25, 2010

Sono infuriata

Sono infuriata contro i delinquenti che nella notte tra lunedì e martedì scorso hanno riversato nel Lambro 10.000.000 di litri di gasolio.
Immaginate 670 camion autocisterna uno accanto all'altro. Questa è la quantità dipetrolio che è stata riversata nel Lambro, povero fiumiciattolo puzzolente e inquinato che negli ultimi anni era un po' resuscitato, tanto da permettere ai germani di nuotarvi all'interno del parco di Monza e del parco Lambro.
Guardate oggi i poveri germani come sono ridotti.


Qualche anima pia cerca di lavarli, ma non so cosa possa fare l'acqua della fontanella contro il petrolio.
Intanto è stato allertato il centro di recupero animali selvatici Wwf di Vanzago, dove già ieri sono stati portati i primi germani reali interamente coperti di gasolio: verranno curati dai veterinari del centro. Ma a decine sono già stati trovati morti.

PRIMA: il Lambro a Milano, nel Parco Lambro -

ADESSO: il Lambro a Milano, nel Parco Lambro -
barriere per arginare il gasolio sul Lambro

Mi piacerebbe che, una volta individuati, i delinquenti che hanno causato questo disastro ambientale fossero costretti a subire in prima persona le conseguenze del loro gesto scellerato, suggerisco di tenerli per un po' a molle nel Lambro oleoso e puzzolente di idrocarburi, poi siano lasciati belli neri e unti a bruciarsi la pelle, i polmoni e le mucose, senza la possibilità di lavarsi, di dissetarsi e di nutrirsi se non con acqua e con cibi inquinati dagli idrocarburi.
Che ne dite, è troppo poco?

martedì, febbraio 23, 2010

Anatre e neve

Navigando in rete ho trovato le splendide foto di Alessio di Leo un bravo fotografo naturalista italiano
Mi piace l'occhio con cui Alessio sa guardare la natura. Queste foto sono state scattate nel laghetto cittadino a fine gennaio.


Anatra mandarina [Aix galericulata]
Vi consiglio di ingrandirle per apprezzarne i dettagli. Io ne sono rimasta incantata


Oca selvatica [Anser anser]


Casarca [Tadorna ferruginea]

Vi consiglio di andare a fare un giro nel blog di Alessio, dopo le foto di queste anatre trovere spettacolari foto di pettirosso, di lucherino e di nutria. Da non perdere!

domenica, febbraio 21, 2010

il paese delle oche


In Romagna quelli di Castel Bolognese erano noti come gli abitanti del "paese delle oche". Era infatti possibile incontrare dappertutto branchi di oche che si aggiravano dinoccolate e buffe per le strade del paese, nei grandi prati dei Cappuccini e della Filippina, lungo le fosse a ridosso delle vecchie mura, ove il Municipio permetteva che si facessero tanti stalletti di legno per accoglierle.
In realtà l’allevamento delle oche era per gli abitanti di Castello una delle industrie più redditizie, soprattutto per tante donne povere, che si ingegnavano nell’allevare sia le oche dette sementine sia quelle da ingrasso. Le prime venivano nutrite per la riproduzione, le seconde venivano macellate con l’arrivo dell’autunno e la loro carne veniva venduta nei vicini mercati di Faenza, di Imola e di Lugo, dove le donne di Castel Bolognese tenevano un vero e proprio monopolio. Ricercatissimo e costoso era il piumino che si ricavava dalla spennatura, mentre l’abbondanza delle uova chiare consentiva a tanta povera gente di alimentarsi con molto risparmio.
Le oche erano entrate a far parte del folclore castellano ed offrivano spesso lo spunto ai forestieri per additare scherzosamente i castellani.
Un anonimo verseggiatore faentino di Borgo Durbecco, animato da spirito sanfedista, racconta in versi berneschi, sotto il titolo di "Bambocciata", la rivoluzione liberale faentina del 3 febbraio 1831, prontamente soffocata dall’Austria. L’arrivo degli insorti era così descritto: "...

ecco dunque per primi i Bolognesi
e quindi gli Imolesi
seguiti bel bello
dai padroni dell’oche di Castello,
molti dei quali, e pare i più bravoni
avean per armi assai lunghi bastoni".

E il poeta Giosuè Carducci, pure colpito dallo spettacolo delle oche castellane, scrisse in una pagina di "Levia Gravia": "...la voce era come d’un coniglio che zighi e le penne come d’un ‘oca cui un industre paesano di Castelbolognese abbia alleggerito del bianco mantello".
In uno dei giorni di carnevale del 1872 venti maschere che imitavano le oche, nel numero corrispondente a quello dei consiglieri comunali, sfilarono per le strade del paese. Quando raggiunse la residenza municipale, la spassosa mascherata intonò un canto satirico:

«Vo’ cantarvi la canzone
delle oche e dell’ocone,
che hanno offeso il podestà
per gridare quà, quà, quà...
Non è ver che sia immune
il palazzo del Comune,
perché l’oca v’entra già
e vi strilla quà, quà, quà...".

Furono forse le conseguenze di quella mascherata, commenta ironicamente il nostro Bacocco (Giovanni Bagnaresi), più di quelle del progresso, che aprirono fin da allora la crisi della fiorente industria delle oche di Castello. Un’industria ora del tutto scomparsa alla pari di altre attività, quali la filatura della canapa e l’allevamento dei bachi da seta, che consentivano soprattutto alle donne di sopperire ai modestissimi guadagni dei mariti. Allora persino la raccolta dei fiori dei tigli, di cui tutto il paese era adorno, costituiva una risorsa non indifferente per tanta povera gente. Poche erano le famiglie benestanti e le condizioni dei contadini non erano molto diverse da quelle dei braccianti, facchini, selcini, canapini, artigiani e piccoli commercianti, che rappresentavano la maggior parte della popolazione urbana. Il paese non era stato ancora invaso dall’industria moderna e non aveva ancora subito i profondi cambiamenti che l'hanno trasformato nell'attuale Castello.

Tratto da: "Castelbolognese nelle immagini del passato. -Imola: Galeati, 1983."

mercoledì, febbraio 17, 2010

Papera star

Non mi è chiaro di quale sit-com si tratti, ma la papera nel catino di zinco è proprio bellina. Sarà lei la star?



Aggiornamento: grazie alle indicazioni dei miei lettori adesso sappiamo che questa bella paperotta stava sul set di Friends, il suo ruolo era quello di "mangiatrice di anelli di fidanzamento".
Per fortuna non l'hanno fatta arrosto per recuperare l'anello, ma l'hanno portata dal veterinario.
Visto il ruolo, forse più che di una papera avrebbero avuto bisogno di una gazza .... ma, si sa: le papere son più simpatiche!

domenica, febbraio 14, 2010

Papere dal Pollaio

Come dicevo ieri, quando vedo una papera su un blog amico non resisto all'impulso di linkarla.
A maggior ragione linko questo gruppo di papere in minerali: Valverde di Cronache dal Pollaio mi ha addirittura dedicato il post!
Queste splendide paperine hanno dimensioni che variano da 5x3 c. fino a 3x1,5 cm. Sono lavorate a mano e sono in pietre dure.
Le due verdi più grandi sono in giada, la verde scuro è in malachiete, le due rosa sono in quarzo rosa, quella chiara in primo piano è in magnesite, quella verde-azzurro è in crisoprasio e quella marroncina è in unakite.
Fanno parte della collezione di Val.
Ho iniziato a seguire il blog di Valverde leggendo delle sue peripezie su al tugurio. Vi confesso che fin dal primo momento il termine tugurio mi ha molto incuriosito. Adesso faccio il tifo per lei, per il suo esercito di gatti, per l'avventura in cui si è buttata anima e corpo.
Leggerla è come andare a trovarla su al tugurio, accomodarsi su una vecchia poltrona di vimini all'ombra dei rami di un albero, ascoltare i suoi racconti accarezzando un gatto e sorseggiando una tisana.

sabato, febbraio 13, 2010

Placida Papera

Quando su un blog amico compare una papera io non resisto, la linko!
Questa foto arriva da Placida Signora Fa parte della serie Cosa sta dicendo
Visitare il blog di Mitì è come accomodarsi sul divano di un'amica per partecipare a una piacevole e interessante conversazione.

venerdì, febbraio 12, 2010

la famiglia delle paperelle gialle



Ecco un classico sempre gradito da grandi e piccini: la famiglia delle paperelle gialle.
Ma c'è un'innovazione.
Mentre la famiglia classica, paperescamente parlando, è sempre sata composta da papera gialla di gomma madre e paperine gialle (più eventualmente una nera) figlie, in questa foto si vede introdotto il concetto di papera padre.
Almeno è questo quello che fanno intuire le dimensione.
La paperona misura 8 cm, la papera intermedia 5 cm mentre le 10 paperine misurano 3,5 cm
Per meno di 10 euro potrete fare il bagno in compagnia di 12 paperine gialle.

lunedì, febbraio 08, 2010

L' Uchèt del Gagèt (L'ochetta del contadinotto)



Già in passato vi avevo parlato del Gagèt còl sò Uchèt di Crema.
Il termine Gagét sta a indicare il contadinotto che vestito a festa veniva in città in occasione della fiera, per vendere i suoi prodotti tipici, tra cui l'oca e ... i suoi derivati.
Il personaggio, diventato ormai il simbolo del carnevale cremasco, fu inventato nel 1955 da un oste della città, fine osservatore della popolazione che sfilava davanti alla sua bottega. E a allora i replicanti del Gagét non si contano. Tutti rigorosamente con il fazzolettone a righe bianche e rosse (i colori della città di Crema), il cappellaccio floscio in testa e ... l'oca sotto il braccio.

Dal punto di vista di sfilate, carri allegorici, coriandoli e ballerini pare che il carnevale di Crema sia il più importante della Lombardia. Domenica prossima c'è il gran finale.
Qui tutte le info sulle sfilate, i mercatini e tutto il resto.
Foto e info tratte dal sito dedicato al carnevale Cremasco

domenica, febbraio 07, 2010

Vendesi oche enormi


Se siete affezionati lettori di questo blog sicuramente avrete riconosciuto le ocone qui sopra.
Sono tre componenti del carro del Carnevale di Viareggio del 2009 intitolato Quelli che ben pensano… per gli altri , autori Gilbert Lebigre e Corinne Roger.
Dalla foto qui sopra potete rendervi conto della dimensione delle tre oche: sono abbastanza ingombranti.
Ma se avete lo spazio per ospitarle... beh... è proprio un affarone!
Ogni oca viene venduta a 2.500 euro.
Le misure esatte sono queste: Alt. 5,0 Largh.2,5 Lung.4,0 mt.
in tutto ne mettono in vendita 10.
Se desiderate acquistarle qui trovate tutte le info

giovedì, febbraio 04, 2010

i carri del carnevale di Viareggio

Pare che gli anatidi siano oramai diventati ospiti fissi del carnevale di Viareggio.
Perché parlo forbito (anatidi)?
Perché quest'anno non di papere si tratta, ma dei cugini delle papere: i cigni, pur sempre appartenenti al genere degli anatidi.
Il brutto anatroccolo della fiaba di Andersen era infatti un pulcino di cigno confuso con un pulcino di papera.
Ecco il bozzetto del carro del carnevale di Viareggio 2010 di Roberto Vannucci intitolato “Una sola madre: la terra”
Come spiegazione copio pari pari quello che trovo in rete:

Roberto Vannucci ha proposto l’immagine positiva di due grandi cigni adagiati sulla terra su cui stanno nascendo fiori in Una sola madre: la terra opera portatrice di un forte messaggio di pace e uguaglianza.
Il carro avrà al centro due grandi cigni che saranno ancorati sopra un traliccio in acciaio, con doppio pantografo a sua volta costruito su una ralla. Il movimento permetterà al gruppo dei cigni un effetto molto particolare e altamente spettacolare in quanto spazieranno sopra la costruzione dando un effetto di leggerezza e dinamicità.

I colli dei cigni saranno movimentati in più parti, gli occhi e la testa snodati. La struttura di sostegno di queste figure sarà in acciaio tubolare con perni e contrappesi, con tiranti in gomma. I movimenti saranno azionati a mano. I fiori con all’interno i neonati saranno collocati su tubolare in acciaio con movimento a pendolo contrappesato. I petali dei fiori con un complicato ma efficace movimento si chiuderanno e si riapriranno ottenendo un effetto molto particolare e poetico. Tutte le altre strutture della costruzione saranno in tubolare di acciaio.

il mio commento è: Boh!
Paperescamente parlando preferivo il carro con le papere dell'anno passato

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