giovedì, luglio 26, 2007
domenica, luglio 15, 2007
Papere di design
Quest'immagine va vista ingrandita, quindi clickateci sopra ed esaminate ogni singola paperella.
Che ne pensate?
A me non piacciono. La papera viene snaturata, usata solo come supporto per decorazioni avulse dal suo essere, dalla sua forma, dalla sua natura.
Indubbiamente un buon affare per chi le vende, visto che vengono vendute a 10-11 euro più spese di spedizione con una confezione da "collezione". Ma questo è proprio il tipo di collezione che non mi interessa, il produttore decide per te cosa tu vuoi collezionare. Una specie di abbonamento. A me invece piace scegliere. Come dicevo in un altro post: collezionare non vuol dire raccogliere!
si è spremuta le meningi NonnaPapera 5 hanno detto la loro
argomenti: collezione privata, papere, papere di gomma, rubber duck
venerdì, luglio 13, 2007
e voi la chiamereste PAPERA !?!
Spesso la fantasia umana supera il limite.
D'accordo amare, le papere, d'accordo amare il Big Ben. Ma fonderli in un unico oggetto è semplicemente raccapricciante.
Spero che non venga mai in mente a nessuno di regalarmi un simile obbrobrio!
Ah, dimenticavo: per gli amanti dell'horror questo oggetto si trova in vendita qui a poco meno di 6 euro oltre alle spese di spedizione. A chi interessa?
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argomenti: papere di gomma, papere pazze, rubber duck
martedì, luglio 10, 2007
Parliamo un po' di Rubbaduck
Lo spunto me l'ha dato un'e-mail di Elisabetta di Treviso. Elisabetta è una collezionista di papere, alcune delle sue pennute fanno bella mostra su Mondopapera.
papera lettrice in lattice della Lanco
Nella mia collezione avevo tre paperine in lattice, al momento ne sopravvive una sola un po' ...ripiegata su sé stessa.
Attualmente in Italia non è facile trovare i giocattolini per i bimbi della Lanco, è molto facile invece reperire anche nei supermercati i "pet-toys", ossia i giocattoli per cani e gatti in lattice. Questi pupazzi in realtà sono molto simili a quelli destinati agli umani, più che altro varia il soggetto, anziché paperine ci si può imbattere in polli spennati. Il cane di mio zio giocava con una vecchia ciabatta. O tempora, o mores!
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argomenti: papere, papere di gomma, rubber duck
giovedì, luglio 05, 2007
Ancora sulla flotta delle papere di gomma
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argomenti: Ebbesmayer, flotta, oceano, papere di gomma
martedì, luglio 03, 2007
Ultimi aggiornamenti sulle papere in viaggio nell'oceano
Non credevo che il mio post di metà giugno sulla flotta delle papere di gomma precorresse i tempi della cronaca!
Sul Corriere del 29 giugno 2007 Simona Marchetti parla ampiamente delle paperelle di gomma che dal 1992 galleggiano allegramente per gli oceani, riporto qua sotto il suo articolo.
LONDRA - Una flotta di quasi 30mila paperelle di gomma sta puntando verso le coste dell’Inghilterra. I primi sbarchi sono previsti entro i prossimi due mesi, dopo un viaggio di oltre 27mila chilometri, durato ben 15 anni e mezzo. Era, infatti, la fine di gennaio del 1992 quando la nave cargo che trasportava questi “Friendly Floatees” perse il suo colorato carico di pennuti di gomma (ma c’erano anche tartarughe, castori e rane) in pieno Oceano Pacifico a causa di una tempesta. La spedizione, appena uscita da una fabbrica di Hong Kong, era destinata alla “The First Years Inc.” di Tacoma, Washington, ma tre containers finirono in mare aperto e, rompendosi a contatto con l’acqua, liberarono i 30 mila animaletti di plastica e gomma che di solito fanno compagnia ai bambini durante il bagnetto e che da allora stanno, invece, vagando per il globo seguendo le correnti marine. Ma non sono soli in questo viaggio.MONITORAGGIO - Dalla sua base di Seattle, infatti, l’oceanografo americano Curtis Ebbesmeyer li ha tenuti costantemente monitorati, seguendone gli spostamenti sulla cartina geografica e ricostruendo tutto il percorso compiuto fino ad oggi. Stando allo studioso, che al progetto sta dedicando gli anni della sua pensione, una volta finita nell’oceano, l’armata delle paperelle si sarebbe divisa: due terzi avrebbero puntato decise verso sud e, oltrepassati i tropici, sarebbero finite sulle spiagge dell’Indonesia, dell’Australia e del Sud America.UN MIGLIO AL GIORNO - Altre 10mila circa sono invece state spinte a nord e quelle che sono riuscite a passare attraverso lo Stretto di Bering (che divide la Russia dall’Alaska), "sopravvivendo" alle gelide correnti del circolo polare e alle collisioni con qualche iceberg modello Titanic, dopo otto anni sono finalmente arrivate nell’oceano Atlantico, viaggiando alla velocità di un miglio (poco più di un chilometro e mezzo) al giorno. Era, infatti, il 2000 quando i primi “Friendly Floatees” vennero avvistati nelle fredde acque dell’Atlantico del nord: impossibile confonderli, anche perché avevano la scritta “The First Years” ben visibile.TAGLIA DI 100 DOLLARI - Da qui, nel 2003, l’idea dell’azienda americana di mettere una “taglia” di 100 dollari (circa 75 euro) sulle paperelle. Chiunque ne avesse trovata una originale e l’avesse spedita al quartier generale di Tacoma, avrebbe ricevuto il denaro in cambio. Ovviamente, con il passare degli anni, il sole e il sale dell’acqua hanno scolorito il giallo delle papere ma anche il blu delle tartarughe, il verde delle rane e il rosso dei castori), come pure il “marchio di fabbrica” della casa madre, ma riuscire ad individuarle dovrebbe sempre risultare abbastanza semplice. Ecco perchè Ebbesmeyer allerta i “cacciatori” inglesi: «Stando ai miei calcoli – ha detto al “Daily Mail” - nei prossimi due mesi le papere dovrebbero invadere le coste ell’Inghilterra. Penso che le prime ad essere interessate saranno le spiagge della Cornovaglia e quelle dell’Irlanda del sud».MANIE DA COLLEZIONISTI E RICERCHE SCIENTIFICHE - Oggi la saga delle paperelle scampate alla tempesta non è solo finita in due libri per bambini, ma ha anche stuzzicato l’interesse dei collezionisti di tutto il mondo, disposti a pagare oltre 740 euro per quei buffi naufraghi di plastica colorata. Al di là dell’aspetto ludico o commerciale, però, la storia di questo viaggio globale che dura da tre lustri ha permesso agli esperti di studiare i cambiamenti climatici del globo. Conferma Simon Boxall, del Centro nazionale Oceanografico di Southampton, al Times: «Seguendo le papere di gomma attorno al mondo, abbiamo tracciato il percorso delle correnti, che sono quelle che determinano poi il clima e visto che la plastica può durare 100 anni, la nostra speranza è che questa avventura possa continuare ancora a lungo. Per questo, invitiamo tutti i vacanzieri a tenere gli occhi bene aperti quando sono in mare».
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argomenti: Ebbesmayer, flotta, oceano, papere di gomma