lunedì, marzo 12, 2018

Primavera d'intorno brilla nell'aria e per li campi esulta sì che a mirarla intenerisce il core

Se vi state chiedendo dove avete già sentito il titolo di questo post... è una poesia del Leopardi.
Se anche voi siete solleticati, e non avete requie finché non ve la ricordate tutta, si Intitola Passero solitario. Delle anatre marzaiole trovate alla fine della poesia.
Eccola:

D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede la sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra
. Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno, 
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.

Tu solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni nostra vaghezza
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? Che di me stesso?
Ahi pentiromi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.

La primavera è nell'aria, lo sanno bene gli uccelli migratori, a testimonianza ecco che in Liguria, nei pressi di Lavagna, si segnala l'arrivo di un piccolo stormo di anatre.
Arrivato in questi giorni alla foce del fiume Entella, uno stormo di anatre marzaiole indica l’arrivo dei primi uccelli migratori.
La Marzaiola prende il nome da marzo, il mese in cui arriva in Italia, compiendo una caratteristica rotta di migrazione circolare: è infatti in primavera che risale sorvolando prima il deserto del Sahara e successivamente il Mediterraneo centrale, i Balcani e l’Italia – dove nidifica soprattutto in Pianura Padana – fino all’Europa centrale. Acquattata in acque poco profonde e a ridosso della vegetazione palustre, la si può osservare mentre spicca il volo, verticale e repentino: improvvisamente può abbassarsi a pelo d’acqua per poi risalire velocemente, caratteristica propria delle anatre di superficie, quelle, cioè, che immergono solamente la testa per nutrirsi ed evitano di andare sott’acqua completamente.
Grande amante dei cieli, la Marzaiola durante la migrazione forma stormi di grandi dimensioni in formazione a nuvola, che si muovono compatti e coordinati. Lunga circa 40 centimetri, il maschio in abito nuziale presenta il corpo finemente screziato di bianco e la caratteristica macchia a forma di mezzaluna che va dall’occhio alla nuca. Un’ampia macchia bianca delle ali, il cosiddetto ‘specchio alare’, viene messo in bella mostra durante le parate nuziali. Altri comportamenti di corteggiamento vedono varie posture, con i maschi che, anche in più esemplari, girano attorno alla femmina, sollevando il peto gonfio o rovesciano il capo sul dorso con il becco all’indietro. Il nido viene costruito sul terreno tra l’erba alta o nei canneti in prossimità dell’acqua e imbottito di fili d’erba e di piume che la femmina si strappa dal petto; vengono deposte 8-12 uova che la femmina cova, mentre il maschio la protegge. Quando, infatti, la femmina si allontana dal nido per nutrirsi o lavarsi, il maschio la accompagna, allontanando altri maschi, così come sono stati osservati comportamenti da sentinella quando la femmina è alla cova nel nido, anche con azioni di distrazione nei confronti dei predatori.
Come tutti gli anatidi, anche questa specie si nutre prevalentemente di vegetali, integrando la dieta anche con piccoli animali acquatici, come insetti, larve, girini, avannotti. Piuttosto pigra, trascorre la giornata riposando e dormendo, mentre è nelle ore del crepuscolo che si attiva per la ricerca del cibo. Dal punto di vista ecologico, la specie gode di uno stato di salute negativo. Tra i fattori che la minacciano c’è il degrado degli ambienti naturali e l’aumento dell’aridità, la distruzione dei nidi con lo sfalcio dell’erba e soprattutto l’apertura anticipata della caccia all’inizio di settembre che causa l’abbattimento di individui che si sono riprodotti in loco, limitando la colonizzazione naturale. Una frequente causa di morte è inoltre dovuta all’avvelenamento da pallini da caccia, ingeriti inavvertitamente dall’animale quando mangia.
(l'articolo è tratto da il levante.it)

vi state chiedendo se l'avete mai vista, l'anatra marzaiola?
ecco il maschio



ed ecco la femmina


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