A Buccinasco, un paese negli immediati dintorni di Milano, vive una energica maestra in pensione dalla chioma fulva: Mariarosa.
Mariarosa è finita sui giornali a causa di Nerina, o meglio a causa della sua scomparsa.
Chi è Nerina? eccola in un ritratto di servizio affisso da Mariarosa in varie copie per tutto il paese
Il fattaccio è successo nei giorni scorsi, ecco l'articolo del Corriere:
Il cortile di Mariarosa a Buccinasco (foto O. Manola)
shadow
«La
prima è stata Bella, un’oca bianchissima che ho amato con tutta me
stessa. Era il 1997, l’anno in cui è iniziata la mia avventura con
questi splendidi animali. Non mi sono più fermata». Mariarosa, i capelli
rossi che sbucano sotto al colbacco e lo sguardo verde puntato dritto
sull’interlocutore, accarezza Nino, uno degli ultimi arrivati in quello
che lei chiama il suo «piccolo giardino incantato». Nella sua casa di
Buccinasco, questa ex maestra di scuola elementare con la passione per
la pittura, ha realizzato un rifugio per pennuti e animali in genere. Se
Bella è stata la prima, l’elenco è diventato lungo in breve tempo. Dopo
la capostipite regalatale dalla Lega per l’abolizione della caccia,
sono arrivati Pippo e Poldo, ribattezzato così per via della stazza, la
«mamma» anatra Biribiri e Nerone. Poi ancora, la gallina Rossina,
l’amato Angelino, l’oca che per una malformazione ha sempre le ali
spiegate come quelle di un angelo e l’anatra Nino, salvato dai
maltrattamenti di un gruppo di teppisti della zona. Per ogni animale,
Mariarosa ha una storia da raccontare. Ed ogni racconto è toccante,
pieno di vita. «Ho insegnato per una vita, adesso mi godo i miei amici
animali», racconta questa ex ragazza «tra i 60 e i 70 anni», come
precisa con civetteria.
Mariarosa
Nel
suo giardino, vive con una ventina di oche, anatre, galline. Senza
contare due cani, i pesci che vivono nel laghetto e le decine di specie
di volatili selvatici che trovano ospitalità tra gli alberi di questa
singolare riserva. È inutile dire che li riconosce tutti, uno per uno, e
che ognuno ha un nome. «E ovviamente, un proprio carattere», sottolinea
la donna. Ora, però, il piccolo mondo è in subbuglio per la scomparsa
di Nerina, una delle anatre più giovani, che da due giorni è sparita.
Mariarosa non si dà pace. Ha bussato a tutte le porte di casa dei
vicini, ha perlustrato parchi e aree verdi, ma Nerina non si trova.
«Sono davvero preoccupata - sospira -. Per questo ho affisso nel
quartiere dei cartelli con il disegno della mia Nerina e una sommaria descrizione.
Rivolgo un appello a chiunque la veda. Telefonatemi e verrò
immediatamente a riprenderla. Nerina è come un membro della famiglia e
deve tornare».
Esattamente come un
gatto che ha perso la strada di casa o un cane che si è allontanato. Per
Mariarosa non c’è alcuna differenza. Senza ironia. Anzi, l’idea che
qualcuno possa averla catturata per imbandire la tavola la fa
impallidire. «È uno dei motivi per cui va trovata in fretta. Nerina è
ancora leggera perché è giovane, quindi sicuramente si è involata e non è
più riuscita a rientrare. Chiunque ami le bestiole può capire il
dispiacere che sto provando», conclude. Una passione, quella per gli
animali, senza limiti che ha fatto storcere il naso a più di una
persona.
Le lamentele dei vicini per i versi delle
oche o per il timore della presenza di altri animali non graditi, le ha
fatto guadagnare qualche visita dei vigili urbani. «Se contestano lo
starnazzare forse dimenticano il ruolo delle oche del Campidoglio.
Meglio dei cani da guardia», ironizza. E, in ogni caso, Mariarosa non
rinuncia al suo piccolo paradiso. Persino gli alberi da frutto, come
quelli che in questi giorni sono carichi di kiwi, crescono a
disposizione dei piccoli ospiti. A terra, tanti piccoli frutti marroni
beccati e svuotati dagli uccelli. «I merli, i passeri e gli storni ne
sono ghiottissimi. E i mandarini, invece, sono il cibo preferito delle
mie oche. Credo che non ci sia nulle di più bello che nutrirli e farli
crescere con amore e dedizione».
Anatre e oche sono anche i soggetti
preferiti delle sue tele. Angelino, soprattutto, il cui ritratto ad olio
campeggia in cortile. Mariarosa lo guarda e confessa il suo sogno:
«Vorrei che quando non ci sarò più il giardino e i suoi piccoli ospiti
continuassero a vivere. Non chiedo null’altro».
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