
Allora datevi al decoupage.
Qui trovate le istruzioni per realizzarla

Civitanova, 9 novembre 2011 - E’ LA STORIA di Olga e di Elvis, due anatre che — è proprio il caso di dirlo — si vogliono un mare di bene. Il loro feeling è nato sulla spiaggetta del porto e nel mare antistante, proprio davanti al baldacchino del pescatore Andrea Vallesi. E ci sono pure i “sensali”, in questa saga d’amorosi sensi. Sì, perché sono stati dei personaggi del posto, alcuni mesi fa, ad affiancare con atto d’imperio lui a lei, che in quel microcosmo terracqueo si barcamenava sola soletta già da qualche tempo. S’era affezionata all’habitat, si lasciava avvicinare, aveva cibo a volontà grazie alla sollecitudine di qualche cuore d’oro, e allora perché andarsene da lì? In un baleno è diventata la mascotte dei pescatori e di chiunque si fosse imbattuto in lei, sulla terraferma o nelle acque del bacino, fino all’imboccatura del porto e anche oltre quelle colonne d’Ercole. Volasse o nuotasse, alla fine sempre lì restava. E lui? Affinché non facesse scherzi da prete e se la squagliasse già dopo la prima notte di nozze, a Elvis hanno subito tagliato le ali. Ma non ce n’era nemmeno bisogno, a giudicare da come s’è appiccicato a lei e dalle premure che le riserva. Un coccolone, insomma. E pure geloso. Guai ai gabbiani, se osano avvicinarla troppo. E a marzo, dicono gli esperti, tra le due anatre ci potrebbe addirittura scappare la… cicogna. E in tanti farebbero cin cin!






Così i genitori di Nuaq lasciarono il villaggio e la bambina restò sola, in
una casa troppo grande per lei. E ogni sera sentiva un peso sul cuore che
non la faceva dormire. Ma già dalla prima notte cominciò a sognare.
Sognava le oche. Volavano a triangolo, perdevano le piume, covavano e
starnazzavano...
Ogni notte i suoi sogni incantavano il cielo e facevano girare il mondo
per il verso giusto. Grazie a Nuaq gli Eschimesi vivevano nell’abbondanza.
Nuaq ce la metteva tutta per sognare. Non solo per il villaggio, ma
anche per rivedere i suoi genitori. Sperava che gli Eschimesi li
perdonassero, così sarebbero potuti tornare a casa.
Ma nonostante le minacce dello sciamano, gli abitanti
del villaggio diedero a Nuaq un’ultima possibilità: avrebbe
provato a sognare ancora per una notte!
Il mattino seguente gli Eschimesi le chiesero:
“Allora? Che cos’hai visto?”
“Ho sognato un’oca!” rispose Nuaq.
“Un’oca sola! Per tutto il villaggio? Non andremo molto
lontano con quella!” Esclamò lo sciamano con disprezzo.
“Meglio di niente!” Gridarono gli Eschimesi.
E partirono a caccia dell’oca.
Quella sera Nuaq, prima di addormentarsi, restò a lungo a contemplare
la luna. Appena chiuse gli occhi, le oche passarono nel cielo dei suoi
sogni. Oche che volavano a triangolo, che perdevano le piume, che
covavano e starnazzavano...
Il mattino dopo gli uomini del villaggio partirono a caccia.
Cadevano oche come fiocchi di neve, interminabilmente.
Nuaq non smise mai di sognare le oche, e gli Eschimesi la trattarono
con il più grande rispetto.
Perché sapevano che chi sogna incanta il cielo e fa girare il mondo per il
verso giusto.
